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  OLIO >> l'olio di oliva

QUALCHE INFORMAZIONE PER CONOSCERE MEGLIO L'OLIO D'OLIVA

L' olio d' oliva è un prodotto del metabolismo del frutto, che si accumula all' interno della polpa nel corso della stagione vegetativa e, con l' evolversi della maturazione del frutto stesso.
Esso viene estratto direttamente da questo, tramite un procedimento meccanico o comunque fisico, che implica modificazioni minime del prodotto naturale presente all' interno della drupa. Le olive raccolte , una volta in frantoio, vengono lavate per allontanare tutte le eventuali impurità presenti e poi, con il sistema tradizionale o con il sistema in continuo, molite tramite macine in pietra o con appositi frangitori.
Dopo la gramolatura della pasta così ottenuta avviene la separazione dell' olio dagli altri componenti del frutto tramite l' estrazione con pressa idraulica e successiva centrifuga o tramite l' estrattore centrifugo.
Così prodotto, il "succo d' oliva", si può consumare direttamente tal quale beneficiando di tutte le proprietà organolettiche, nutrizionali e salutistiche che lo distinguono dagli altri oli. Le caratteristiche di qualità di un olio sono quelle che riguardano i caratteri organolettici, la stabilità all' ossidazione, le caratteristiche nutrizionali, l' assenza di XENOBIOTICI.
Per poter classificare merceologicamente l'olio in conformità al Reg.to CEE 2568/91, bisogna effettuare accertamenti chimico-fisici e l' analisi organolettica effettuata tramite PANEL-TEST.

ANALISI CHIMICO-FISICHE

o L' acidità - L' acidità esprime il contenuto percentuale in peso degli acidi grassi che per idrolisi si distaccano dalla molecola di glicerina e per tale motivo sono detti liberi. Quando questi si accumulano al di sopra di un determinato valore (> 2,0 % ac. oleico) diventano tossici per l' uomo e l' olio non è più commestibile.
o Il numero di perossidi - I perossidi sono molecole che si formano a partire da un acido grasso insaturo che reagiscono con una molecola di ossigeno per dar luogo a un radicale perossidico. A favorire questa reazione di ossidazione e sì la presenza dell' ossigeno disciolto nell' olio, ma anche altri fattori come presenza di metalli e l' effetto delle radiazioni ultraviolette che attivano il processo ossidativo.
La formazione di questi radicali liberi è indice d' inizio del processo di irrancidimento che è irreversibile ed una volta innescato non può più essere interrotto. Quando in un olio d' oliva vergine, il numero di perossidi è superiore a 20 meq O2 /kg di olio, vuol dire che il processo degenerativo è in corso e che l' olio sta perdendo quelle sostanze " antiossidanti" che lo pongono tra gli alimenti più nobili.

ANALISI SPETTROFOTOMETRICA NELL'ULTRAVIOLETTO

Consiste nella misura di tre parametri: K232, K270, e Delta K, determinati con lo spettrofotometro. L'invecchiamento dell' olio con i fenomeni ossidativi che vi si accompagnano, favorisce l' aumento di indici spettrofotometrici, mentre un olio di oliva extra vergine appena prodotto ha i suddetti parametri più bassi dei limiti di legge. Questi parametri sono utili per svelare frodi e in particolare aggiunta di oli rettificati a oli extravergini o vergini di oliva.

L'ANALISI ORGANOLETTICA

A completamento delle analisi fisico chimiche è stata introdotta con il Reg. CEE 2568/91 un' analisi sensoriale. Essa è stata messa a punto per avere un rigore scientifico e professionale (PANEL-TEST) al fine di descrivere la storia dei campioni di olio sottoposti alla valutazione organolettica. E' evidente che un olio di oliva può essere perfetto secondo i parametri chimico - fisico ma all' assaggio può presentare dei difetti che non lo fanno classificare come olio extravergine. Ad esaminare i campioni di olio è un gruppo di assaggiatori (panel) costituito da 8-12 tecnici, preparati e coordinati da un capo panel.
Il campione di olio, che rappresenta la "partita" di olio da commercializzare, viene scaldato alla temperatura di 28° C, per favorire la volatilizzazione dei composti aromatici, in bicchieri dalla base larga e dall' imboccatura stretta con un copri bicchiere a vetro di orologio che evita la dispersione delle sostanze che si sono liberate con il calore. Nella fase gustativa vengono stimolati i recettori nervosi che permettono la descrizione degli attributi positivi e negativi di un olio di oliva. La valutazione visiva non è molto rilevante, infatti i bicchieri usati per il PANEL TEST sono colorati (blu o ambra), essa si può effettuare dopo l' analisi olfattiva e gustativa. Questa valuterà la limpidezza, che varia in funzione della età e della filtrazione (se effettuata o meno) dell' olio, la densità collegata all' origine territoriale dell' olio e il colore che varia a seconda del tipo di olive, dell' epoca di raccolta, delle tecniche di estrazione e dell' età dell' olio. L' insieme delle diverse
percezioni sensoriali consente di formulare così il giudizio finale che dovrà tenere conto anche dell' armonia complessiva delle sensazioni provate.

ATTRIBUTI POSITIVI

Attributi sicuramente positivi e gradevoli di un olio di oliva risultano le note:
o fruttato o flavor di frutta: insieme delle sensazioni olfattive caratteristiche dell' olio, dipendenti dalla varietà delle olive, differente a seconda che l' olio sia estratto da frutti sani e freschi, verdi o maturi. Il fruttato può essere tenue, di media intensità o marcatamente intenso. Questo può rimanere tale anche per lungo tempo dopo la molitura, quando vi sono oli ricchi di componenti aromatici e, pertanto, con una buona carica polifenolica. Oltre a questo possiamo percepire in un olio il flavor dell' erba, con i suoi profumi e sapori caratteristici, il flavor del fieno, tipico di quegli oli che ricordano l' erba più o meno secca.
o Amaro: spesso di sente dire che un olio è dolce in verità non è da intendersi nel senso proprio del termine, si tratta infatti, più semplicemente della minore presenza di quelle sostanze (fenoli) responsabile delle sensazioni di amaro. L' intensità di questo attributo dipende molto dal grado di maturazione delle olive (oli estratti da olive verdi saranno ricchi di fenoli e quindi molto amari, oli estratti da olive mature saranno poveri di fenoli e quindi poco amari o impropriamente dolci).
o Piccante: sensazione gustativa che ha le stesse connotazione dell'amaro essa è piacevole soprattutto quando è presente nel giusto equilibrio con l'amaro. Anch'essa è una sensazione caratteristica degli oli estratti da olive invaiate o ancora acerbe.

SENSAZIONI SGRADEVOLI O DIFETTI

In diversi passaggi del ciclo produttivo dell' olio si può incorrere in eventi che determinano un peggioramento della qualità con l' insorgere di alterazioni che si riscontrano all' assaggio come sensazioni sgradevoli o difetti.
o Difetti che si generano nell' olio durante la produzione delle olive come di secco, di gelato, di verme. Il difetto e' inevitabile nelle annate siccitose in quanto si viene ad avere la predominanza del nocciolo sulla polpa. Il difetto di " secco" è avvertibile al gusto dando la sensazione di legno e di " astringenza" . Il difetto di " gelato" , si verifica quando si portano a molire olive che hanno subito una gelatura. In realtà i contenitori cellulari dell' olio, i vacuoli, a seguito dell' abbassamento termico subiscono delle fratture che comportano un miscuglio di sostanze chimiche che generano reazioni che, a loro volta, portano alla formazione di composti che danno odori sgradevolissimi, soprattutto se questi oli sono usati in cottura.
Gli oli con difetto di "gelato" il più delle volte presentano anche il " secco" poiché, in effetti, avviene anche una disidratazione della drupa che portano all' aumento del rapporto polpa/nocciolo. E' evidente che per evitare questo difetto bisogna raccogliere le olive
prima di gelate o nevicate. Il difetto di " verme" si genera quando le olive molite sono fortemente attaccate dalla mosca olearia. Le olive che, hanno subì to l' attacco da parte di una delle ultime generazioni della Bactrocera (mosca dell'olivo) presentando la larva di questo parassita al loro interno, producono un olio dai sapori e odori veramente sgradevoli che si manifestano soprattutto in cottura.

Difetti che si generano durante la lavorazione delle olive come il riscaldo, l' avvinato, la muffa e metallico. Il difetto di " riscaldo" si può generare a seguito di uno stoccaggio errato/prolungato delle olive; una pratica diffusa che può sicuramentegenerare questo difetto è quello di portare le olive nei frantoi in sacchi di plastica. Le olive come tutti i frutti, continuano il loro metabolismo anche dopo la raccolta, quindi, stoccarle in recipienti che non consentono la traspirazione (sacchi di plastica o grossi mucchi) fa sì che si verifichi un riscaldamento della massa che porta al difetto suddetto.
Questo difetto, avvertibile sia con l' olfatto sia al gusto, si può evitare senza troppi disagi da parte dei produttori e dei trasformatori mediante l' uso di cassette forate e la programmazione delle lavorazioni. Il difetto di " avvinato" è l' evoluzione naturale del " riscaldo" , poiché, nelle condizioni di elevata umidità ed in assenza di ossigeno gli zuccheri presenti nelle olive fermentano, dando origine all' acido acetico (aceto) che, diluendosi nell' olio, conferisce ad esso il caratteristico odore/sapore di aceto. La muffa è il difetto ultimo dell' errato e prolungato stoccaggio delle olive. Si verifica quando abbiamo elevata temperatura ed umidità che comporta nel giro di 4-5 giorni l' inizio dello sviluppo delle muffe che conferiscono all' olio il caratteristico odore/sapore di " chiuso".
Il " metallico", invece, lo possiamo considerare un difetto minore, in quanto lo si riscontra con più difficoltà . Questo difetto si genera a seguito di messa in opera di nuovi macchinari del ciclo trasformativi senza che siano puliti e sgrassati, oppure si può generare anche a seguito di un prolungato stoccaggio dell' olio in contenitori di latta in banda stagnata, come quelli che si usano generalmente per il trasporto dell' olio.
o Difetti che si generano nell' olio durante la conservazione come la morchia e il rancido. Il difetto di morchia si genera a seguito di prolungato stoccaggio dell' olio sui fanghi di deposito, costituiti da residui di polpa e di acqua di vegetazione. Per evitare questo difetto bisogna avere la buona abitudine di travasare l' olio, così come si travasa il vino, oppure di
filtrarlo prima di conservarlo. Il difetto di rancido, invece, dall' odore/sapore inconfondibile, è quello che deriva dall' ossidazione dei grassi e ci indica indirettamente l' età di un olio. Infatti, questo difetto si genera quando si esaurisce l' effetto protettivo degli antiossidanti, naturalmente presenti nell' olio (polifenoli, tocoferoli, etc.).Più la percentuale di queste sostanze è alta più la qualità dell' olio è elevata e più a lungo conserva le sue caratteristiche organolettiche. Bisogna sempre rammentare che l' olio va consumato nell' arco di 15-18 mesi; non a caso i nostri nonni dicevano " vino vecchio, olio
nuovo" . I difetti citati sono solo quelli che si riscontrano con più facilità . Ve ne sono altri che si verificano solo di rado, come il difetto di " terra" , " foglia" , " fiscolo" , etc., ad ogni modo sempre da evitare se vogliamo che il nostro olio sia classificato extravergine.

INDICAZIONE PER L'ACQUISTO

Un olio prodotto da olive di qualità eccelsa, ricco di aromi e finezza comunque vada l' andamento mercato non può costare poco. A confronto con un olio generico, vince comunque il rapporto prezzo- rendimento: se ne versa poco, ma il cibo si insaporisce meglio quando l' olio è buono; in più consumandone meno per i buon' esiti dell'impiego, non si presenta neppure il timore di ingrassare, cosicché l' olio extravergine d'oliva diventa anche " dietetico" .
Il consumatore al momento della scelta deve fare più attenzione non facendosi allettare solo dal prezzo. Questo è possibile solo se conosce il prodotto olio, in modo da poter distinguere e scegliere in ragione delle differenze organolettiche, strutturali, e di preparazione delle varie tipologie di prodotto presenti sul mercato. Per non perdere il legame con il mondo della produzione si può acquistare l' olio direttamente in frantoio. Scegliere sempre liberamente ma con intelligenza, seguendo i propri gusti e in base all' impiego gastronomico a cui l' olio è destinato.
E' quindi necessaria una cultura dell' olio, insieme con la capacità di saper degustare l' olio cogliendone pregi e difetti, un po' come è stato per il vino.

IMPIEGHI GASTRONOMICI

L' olio d' oliva ha certamente un impiego di largo raggio, viene usato come condimento , mezzo di cottura, come componente di emulsioni, nella conservazione di alimenti sia vegetali che animali. Come condimento è da notare la sua funzione antiaderente, lubrificante e plastificante. Ancora lo si predilige per condire cibi crudi (come le varie insalate) o per la marinatura del pesce perché le sue peculiarità di gusto e profumo riescono a rendere il cibo meno pastoso e meno grasso mettendo in rilievo la freschezza del prodotto utilizzato. Viene impiegato negli impasti destinati a panificazione, anche qui con funzione plastificante.
Come liquido di conservazione protegge gli alimenti dall' ossigeno e li impermeabilizza, più in particolare negli ortaggi sottolio si evidenzia l' effetto di attenuazione del gusto salato. Nella cucina mediterranea è un po' la base di tutte le salse che accompagnano la pasta asciutta ed i secondi di carne o pesce. Come indicazione generale circa gli abbinamenti olio-cibo è sempre bene preferire su piatti dal gusto delicato oli dal fruttato leggero, in modo da non coprire il sapore dei cibi; su piatti piuttosto sapidi, al contrario, è bene affidarsi ad un oli di buon corpo, decisamente fruttati e con buone note di amaro e piccante.
Ogni piatto vuole il proprio olio, anche se non ci sono regole fisse e irremovibili. Consigliato per le fritture per la sua resistenza al calore che permette di migliorare le pietanze, in quanto consentendo un rapido riscaldamento superficiale, limita la perdita di liquidi interni e la collosità superficiale cuocendo i cibi senza dare la sensazione di mangiare grassi non desiderati. Non solo, contro ogni pregiudizio e abitudine consolidata, anche l' impiego in pasticceria non è affatto trascurabile, ma lo vede come protagonista.
L' uso dell' olio d' oliva da eccellenti risultati di consistenza e sapore, nella pasta frolla come nella pasta brisèe, nei bignè come nel composto del sufflé. Basta solo conoscere le opportune tecniche di lievitazione e lavorazione oltre che i giusti dosaggi. L' olio, dai sentori meno fruttati e scarse note amare e piccanti, è ottimo per ottenere dolci dal gusto intenso ma col vantaggio di essere più leggeri e digeribili. L' attuale tendenza alla tipicizzazione del prodotto porterà , per il futuro, ad una sempre maggiore gamma di abbinamenti cibo-olio dal momento che con le sue spiccate proprietà l' olio ben si adatta alle varie forme gastronomiche esaltando le pietanze in mille sfumature di gusto e profumo.

 

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