TERRITORIO >> pratiche agricole
Le
pratiche da noi utilizzate per la gestione del suolo, intesa come
conservazione delle caratteristiche strutturali e biologiche del terreno,
sono diversificate e alternate a seconda del periodo e delle esigenze
nutrizionali delle piante.
Solitamente l'intera superficie del terreno è interessata da una
copertura permanente di specie vegetali spontanee (inerbimento
naturale/prato), alternata da un totale o parziale interramento
superficiale di specie vegetali (sovescio) appositamente seminate, per
apportare sostanza organica nel terreno.
Inerbimento
naturale
Tale
pratica agronomica consiste nel permettere alla flora spontanea di
crescere liberamente praticando sfalci periodici seguiti da trinciatura
della biomassa che viene lasciata sul terreno. I vantaggi dell'inerbimento
si possono così riassumere:
- controllo dell'erosione del suolo e regimazione delle acque
- aumento di sostanza organica nel terreno e miglioramento della struttura
- riduzione della lisciviazione dell'azoto e intensificazione
dell'attività microbiologica del terreno
- miglioramento della portanza e transitabilità delle macchine.
Sovescio
Tecnicamente
il sovescio è l'impianto di una coltura erbacea con essenze in purezza o
consociate, destinata ad essere totalmente interrata in funzione
fertilizzante della coltura che la succede o dell'arboreto all'interno del
quale è stato seminata.
Nel nostro caso specifico tale tecnica viene praticata per la
fertilizzazione dell'oliveto. La specie vegetale da noi utilizzata e
successivamente trinciata e interrata è il favino, Vicia faba minor,
appartenente alla famiglia delle Leguminose.
Questa è un importante famiglia di piante in quanto sono piante
azotofissatrici, cioè le radici della pianta vengono infettate da
particolari batteri (genere Rhizobium) che formano dei veri e propri
noduli (le colonie dei batteri) che fissano l'azoto e lo cedono alla
pianta e contemporaneamente ricevono da essa gli altri elementi nutritivi.
Questo significa che quando la pianta viene trinciata (marzo-aprile) e
quindi muore (e con essa anche i batteri simbionti), le grandi quantità
di composti azotati che si sono accumulate dentro tali microrganismi
vengono rilasciate nel terreno che, perciò, riceve un apporto di azoto
supplementare e certamente di gran lunga superiore a quello che può
essere ottenuto dalla semplice degradazione dei soli tessuti vegetali
morti.
POTATURA
La
potatura da noi praticata è una potatura secca (d'inverno) e una potatura
verde (d'estate).
La potatura secca viene praticata a fine inverno o comunque prima della
ripresa vegetativa e ha lo scopo di favorire lo sviluppo delle branche
fruttifere della pianta. Mentre la potatura verde viene fatta per
eliminare la parte erbacea che è cresciuta da aprile a luglio (succhioni,
polloni) sia sulla parte aerea che sulla parte basale del tronco. Inoltre
i residui della potatura vengono trinciati e lasciati sul terreno a
formare uno strato di biomassa che funge da pacciamatura. Con il termine
pacciamatura si indica l'operazione di coprire il terreno con materiale
inerte; questa operazione viene compiuta per evitare la crescita di piante
infestanti e per mantenere più a lungo l' umidità negli strati
superficiali del terreno, con conseguente beneficio per le piante nei
periodi di eccessivo caldo.
RACCOLTA
La
raccolta è di tipo meccanizzato e viene effettuata solitamente tra
ottobre e novembre con pettini pneumatici per abbreviare i tempi di
raccolta e procedere così all'estrazione a freddo dell'olio che avviene
presso un impianto a ciclo continuo entro le 12 ore dalla raccolta, in
questo modo viene assicurato l'elevato standard qualitativo del nostro
olio.
gestione del suolo
| pratiche agricole
Azienda
| TERRITORIO
| olio
| prodotti
| Contatti
|